di Guido Barella
«Ebbene sì, adesso mi capita anche questo: finisco in un museo!» Nino Benvenuti sorride divertito. Quest'oggi salirà su un aereo diretto a Chicago, Stati Uniti: sabato sera bentrerà ufficialmente a far parte della National Italian American Sports Hall of Fame, dopo che già la International Boxing Hall of Fame e la World Boxing Hall of Fame lo avevano riconosciuto tra i più grandi pugili di ogni tempo.
Per il ragazzo di Isola d'Istria, il mulo che veniva in bicicletta ogni giorno a Trieste per allenarsi e che sarebbe diventato campione olimpico dei welter alle Olimpiadi di Roma 1960, è l'ennesima soddisfazione di una vita dedicata al pugilato, di una carriera che l'ha visto a metà degli anni Sessanta arrivare fino al titolo mondiale professionisti sia nei superwelter che nei medi.
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