La madre italoamericana nell'opera dello scrittore americano (ma di padre italiano) John Fante (1909–1983) è un'umile ed ignorante casalinga, devota a un uomo che spesso la tradisce, precocemente invecchiata a causa della povertà e delle frustrazioni causatele dal marito, incapace di prendersi cura di se stessa, iper-protettiva coi figli ed iper-religiosa – ma di una religiosità che sconfina sempre nella superstizione.
Questa iper-religiosità è via di fuga dalle miserie e sofferenze quotidiane, che sembrano irredimibili su questa Terra, in quanto bagaglio sine qua non di quello che è un marchio di fabbrica, un segno inciso a fuoco sulla sua pelle: l'italianità. La madre italoamericana, già in posizione subordinata in quanto donna, subisce l'ulteriore umiliazione d'essere un'italiana in America.
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