Personale della Farnesina in Canada, USA e Australia: la CONFSAL UNSA proclama lo stato di agitazione

Jan 11, 2013 1955

Canada, Australia e Stati Uniti. Qui il Coordinamento Esteri della CONFSAL UNSA denuncia "gravissime penalizzazioni per le retribuzioni in euro che assottigliano gli stipendi" del personale della Farnesina in servizio, "inaccettabili condizioni di assicurazioni contro malattia e previdenziali" e "trattamenti fiscali iniqui". E per questo proclama "lo stato di agitazione".

Lo annuncia la stessa CONFSAL UNSA in una nota ufficiale, in cui registra l'inasprimento della "lotta per la difesa dei diritti del personale in servizio" nei tre Paesi, spiegandone le ragioni Stato per Stato.

In Canada, la CONFSAL UNSA si oppone a "l'assoggettamento al sistema previdenziale canadese anziché a quello italiano, come finora applicato, con conseguenti penalizzazioni a livello previdenziale e, al contempo, maggiori costi per l'Erario italiano. Contro la violazione dell'art.157 del D.L. 103/2000, che sancisce che la retribuzione del personale a contratto venga corrisposta in valuta locale".

In Australia, il sindacato della Farnesina è "per una regolarizzazione della situazione retributiva, fiscale e previdenziale nei confronti delle Autorità australiane mirata ad evitare penalizzazioni economiche per i periodi pregressi e futuri" e si scaglia "contro la violazione dell'art. 157 del D.L. 103/2000, che sancisce la retribuzione del personale a contratto in valuta locale".

Quanto agli Stati Uniti, la CONFSAL UNSA si dice "contro la significativa limitazione della copertura delle spese per cure odontoiatriche – finora rimborsate all'80% - e delle spese sanitarie per i familiari a carico con conseguente penalizzazione economica per tutto il personale interessato".

Il Coordinamento esteri della CONFSAL UNSA "non accetterà che la richiesta d'aiuto pervenuta dal personale in servizio presso le sedi interessate in ordine alle problematiche sopra elencate passi inosservata alla Farnesina e anzi venga sopraffatta dal chiasso della campagna elettorale in casa nostra", si legge nella nota del sindacato. "È ora che si risvegli una volta e per tutte il senso di protezione e di tutela che il MAE, per etica e per legge, è tenuto ad avere, senza differenzazione alcuna, nei confronti di tutti quei lavoratori che, giorno dopo giorno, tengono alto il nome dell'Italia e onorano il Tricolore ovunque esso sventoli", conclude la nota.

Fonte: AISE

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