L’intelligenza artificiale potrebbe identificare, con almeno dieci anni di anticipo, chi si ammalerà di Alzheimer. Come? Semplicemente «leggendo» una risonanza magnetica del cervello. A suggerire questa possibilità di diagnosi precoce è una ventinovenne, laureata in fisica e dottoranda al Dipartimento di Fisica dell’Università di Bari: si chiama Marianna La Rocca.
«Intercettare i primi sintomi di Alzheimer — commenta la giovane ricercatrice — e, in particolare, quel declino cognitivo caratterizzato soprattutto dalla perdita di memoria, è importante per due motivi. Il primo è che queste persone possono seguire quegli stili di vita che aiutano a prevenire la malattia (al momento, infatti, non esistono cure efficaci, ndr). Il secondo è che si possono individuare persone da reclutare negli studi clinici per sperimentare nuove cure in grado di rallentare la malattia (alcuni farmaci non hanno dato finora risultati perché somministrati troppo tardi, ndr)».
SOURCE: http://www.corriere.it/
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