Nonostante le elezioni più incerte della storia. Nonostante gli scandali Mps e Finmeccanica. Nonostante tutto, il made in Italy continua ad attirare investitori oltreoceano. Il 2013 è infatti iniziato con numerose emissioni obbligazionarie «private» effettuate da aziende italiane sul mercato statunitense. Nei giorni scorsi hanno emesso bond privati il gruppo Ima (per 50 milioni di dollari) e Autogrill (150 milioni). Ma nei prossimi giorni – secondo le indiscrezioni di mercato – potrebbero scendere in campo, nel suolo statunitense, altri due marchi noti del made in Italy: Recordati (che sta preparando un'emissione da 100 milioni di dollari) e Amplifon (130 milioni in totale). Ma gli addetti ai lavori giurano che, presto, anche altre aziende italiane andranno a raccogliere finanziamenti sul mercato a stelle e strisce: segno che l'Italia resta appetibile per gli investitori d'oltreoceano. Segno che il canale statunitense rappresenta sempre più una fonte alternativa di finanziamento per le aziende italiane.
Il mercato Usa dei private placement (piazzamenti privati di obbligazioni) è da sempre considerato una fonte alternativa e conveniente di finanziamento per le imprese, non solo italiane. Si tratta certo di un mercato molto selettivo (dunque non accessibile a tutti) su cui operano solo alcune grandi assicurazioni disposte a comprare interamente, o al massimo in coppia, obbligazioni di aziende non statunitensi. Per emettere un bond "privato" bisogna dunque convincere questi grandi investitori. Bisogna raccontare una storia aziendale accattivante. Chi ce la fa, e riesce ad interessare uno o due di questi grandi investitori, ottiene finanziamenti molto convenienti per vari motivi.
Innanzitutto le obbligazioni "private" hanno solitamente una durata molto lunga, proprio perché le assicurazioni hanno necessità di investire in titoli a lunga scadenza. Questo permette alle imprese di allungare la durata media del debito. Per di più emettendo bond «privati» negli Usa si possono spuntare tassi d'interesse ben più convenienti rispetto a quelli europei, sfruttando il fatto che i tassi Usa sono più bassi. Infine c'è un ulteriore elemento che alle imprese italiane piace molto: per emettere bond «privati» negli Usa non serve un rating.
Così in questi giorni è sbarcato in America il gruppo Ima. Con l'aiuto di Bank of America e Mediobanca, ha emesso un bond da 50 milioni di dollari venduto interamente ad un'unica compagnia di assicurazione Usa. Ima ha spuntato un tasso d'interesse, in dollari, del 6,25%. Ancora meglio è andata ad Autogrill, che è scesa sul mercato Usa dei private placement accompagnata da Bank of America. Il gruppo della ristorazione ha emesso un bond da 150 milioni di dollari, che è stato acquistato da due soli grossi investitori: 100 milioni uno, 50 milioni l'altro. Il bond ha una durata decennale e una cedola del 4,75%. Gira anche voce che la stessa Autogrill stia già lavorando con Bank of America e Banca Imi per emettere un altro bond "privato" in futuro. Segno che l'Italia attira investitori.
Ci sono poi altre operazioni in arrivo. La prima è di Recordati, che – secondo indiscrezioni di mercato – starebbe lavorando con Deutsche Bank per emettere un bond per un importo intorno ai 100 milioni di dollari. Anche Amplifon sembra essere impegnata negli Usa: l'intenzione è di emettere un bond "privato" da 130 milioni diviso in tre tranche (da 7, 10 e 12 anni). Al lavoro, su questa operazione, sono Deutsche Bank e Citigroup.
di Morya Longo - Il Sole 24 ore
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