Quando giovedì 30 aprile Giovanni ha ricevuto comunicazione del licenziamento, era trascorso appena un mese e mezzo dall’ordine esecutivo che ha messo “in pausa” lo stato di New York e imposto la chiusura delle attività non essenziali.
“Ero preparato alla notizia”, mi racconta, nonostante dall’entrata in vigore delle restrizioni lo scorso 22 marzo, la sua società abbia cercato in tutti i modi di salvare il personale. “I dirigenti di livello più alto si sono ridotti lo stipendio, ma tre settimane fa sono partiti i tagli e da quel momento ognuno di noi ha iniziato a temere”.