Il fisico Leonardo Rastelli vince il premio Fondazione Guggenheim

Apr 26, 2013 1590

Montecatini 23 aprile 2013 - Il montecatinese Leonardo Rastelli, docente di fisica all'università statale di New York, ha vinto la borsa di studio della fondazione John Simon Guggenheim, unico premiato nel suo campo di ricerca.

Il riconoscimento è destinato a personaggi residenti in Canada e negli Stati Uniti, che abbiano dimostrato nel corso degli anni capacità eccezionali nel campo della scienza e delle arti. In passato è andato a scrittori del calibro di Saul Bellow o politici come Henry Kissinger. Un'ulteriore conferma del genio di Rastelli, già finalista alle olimpiadi mondiali di fisica tenute a Cuba più di vent'anni fa, quando le sue capacità ne facevano motivo di grande orgoglio per i docenti del liceo scientifico Salutati e il preside Mario Bagnoli. E, con il passare del tempo, non ha certo deluso le aspettative. Dopo gli studi alla Scuola normale superiore di Pisa, Leonardo partì per gli Stati Uniti nel 1996 per frequentare un dottorato di ricerca al Mit di Boston. Oggi, a quarantun anni appena compiuti, è molto vicino alla nomina a ordinario all'Università statale di New York. Una cosa impensabile nell'Italia dei baroni, dove il merito passa spesso in secondo piano e contano molto di più le amicizie e i legami familiari. Due mondi completamente diversi e lontanissimi.

Rastelli, in un momento di pausa tra una lezione universitaria e l'altra, racconta con grande entusiasmo la sua avventura americana.

«Dopo il dottorato al Mit — spiega — sono andato a Princeton, dove ho fatto il ricercatore e sono diventato assistant professor. Quindi mi sono trasferito alla Statale di New York, dove insegno attualmente. In particolare, mi occupo di fisica teorica, della teoria delle stringhe e della teoria quantistica dei campi».


Cosa pensa dell'università italiana? È ancora capace di sfornare ricercatore a livello mondiale nel campo della fisica, come è avvenuto in passato?


«Premesso che ormai manco dall'Italia da qualche tempo, anche se un paio di volte all'anno torno a Montecatini, vedo che il nostro paese riesce ancora a sfornare scienziati di grande livello. Prima o poi, forse, qualcuno riuscirà a danneggiare irrimediabilmente l'università italiana, ma, per adesso, continuano a essere formati validi ricercatori. La base continua ad esserci, anche se dopo ci sono poche prospettive. Molti giovani italiani stanno venendo a lavorare nelle università americane. La nostra tradizione, nonostante tutto, continua a resistere».


Che legami ha conservato con Montecatini? Le sembra molto cambiata la città negli ultimi anni?


«Come ho già detto, vengo qui, dove continuano a vivere i miei genitori un paio di volte all'anno. Di solito riesco a malapena a incontrare qualcuno degli amici più stretti e non esco molto di casa».


Mario Bagnoli, storico preside del liceo scientifico, era molto orgoglioso dei suoi risultati.....


«Lo ricordo sempre con grandissimo affetto. Conservo ancora le lettere che mi mandava per congratularsi dei miei risultati scolastici. Mi ha scritto delle parole molto commoventi».


di Daniele Bernardini / La Nazione

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