Non ho mai subito il fascino dei motori e delle automobili; mio fratello, invece, fin dalla più tenera età riconosceva le macchine di familiari e amici anche solo dal rumore del motore, prima ancora di vederle. La settimana scorsa, nonostante la mia ignoranza in materia, ho presentato alla Casa Italiana Zerilli-Marimò il documentario “Driving Dreams” del regista Gianluca Migliarotti: un sentito omaggio alla straordinaria stagione creativa degli anni ’60 e ’70 in cui l’Italia ha prodotto alcune delle automobili più belle ed eleganti della storia.
Se tutti conosciamo i nomi di Bertone, Pininfarina e Giugiaro, grandi imprenditori del design, oltre che designer essi stessi, quasi nessuno conosce i nomi e i volti dei veri protagonisti di quello che è stato definito il Rinascimento Automobilistico italiano: un’intera generazione di disegnatori (stilisti li chiamavano a quei tempi) ed artigiani che erano i creatori dei prototipi che fecero sognare milioni di persone in tutto il mondo e i cui nomi, almeno in un primo momento erano destinati a restare ignoti al pubblico e nascosti dietro i nomi degli imprenditori per cui lavoravano.