Oltre il revisionismo, Colombo figura globale!

Aug 26, 2019 637

BY: Fucsia Nissoli

- articolo uscito su America Oggi - 

Nell’agosto del 2017 ci siamo trovati di fronte alla storica decisione del Comune di Los Angeles di abolire il Columbus Day perché, secondo loro, “celebra il genocidio delle popolazioni native commesso dal navigatore genovese”, oggi siamo di fronte ad una risoluzione della National Education Association (NEA) che propone di sostituire il Coumbus Day con l’Indigenous People’s Day, per celebrare i nativi americani.

Si tratta dell’ennesimo attacco alla memoria di Colombo e dell’Italian cultural heritage, un attacco che parte da lontano, dal 1992 a Berkeley, in California, e pian piano sta conquistando varie città americane e quattro Stati, che hanno messo in soffitta i festeggiamenti in onore dell’uomo che scoprì l’America per celebrare gli indiani americani che ivi vivevano al suo arrivo.

Si tratta di una rimozione culturale che non possiamo accettare, di un revisionismo storico che viene negato dai fatti proprio perché la scoperta dell’America da parte di Colombo ha cambiato il corso della storia. Tuttavia, alcuni gruppi liberals hanno abbracciato la teoria che dipinge Colombo come un sanguinario che maltrattò la popolazione indigena e mira a dare spazio agli indigeni nella vita culturale americana. Non è attraverso la rimozione del Columbus Day che si valorizzano le diversità, pertanto si può benissimo individuare un altro giorno per celebrare l’Indigenous people’s Day, così come afferma l’“Italian American ONE VOICE Coalition” (IAOVC) che ha lo scopo di tutelare il patrimonio culturale italiano negli Stati Uniti e combattere i pregiudizi e le discriminazioni contro gli italoamericani. Siamo tutti chiamati a difendere la nostra eredità culturale e la figura di Cristoforo Colombo quale simbolo della nostra Comunità in America, convinti che tra 50 anni, probabilmente, il revisionismo storico nei confronti di Cristoforo Colombo avrà perso la sua ragion d’essere. La verità sarà manifesta a tutti e l’odio che si sta riversando verso la figura di Colombo svanirà di fronte alla forza della ragione.

Negli ultimi anni, l’America è stata scossa da polemiche sui simboli della sua storia e nella lotta tra suprematisti bianchi e attivisti dei diritti civili si è venuta a toccare anche la figura di Colombo che ha un significato che va ben oltre i conflitti interni americani. Colombo, come ho scritto nella mozione che ho presentato in Parlamento per difendere il Columbus Day, “è simbolo di relazione tra l'Italia e gli Usa e una rimozione di questa figura dalla memoria storica del popolo americano certamente non va incontro ai propositi di buona collaborazione e ai sentimenti di forte amicizia che i due Paesi nutrono reciprocamente”. Lo spirito di intrapresa che animava Colombo e che anima ancora molti italiani che decidono di lasciare la madrepatria e i luoghi di origine nella speranza di un futuro migliore da costruire con le proprie mani e impegnando le proprie energie migliori, accomuna la cultura italiana e quella americana. Questo spirito è più forte di ogni formalismo o di volontà di rimozione. Occorre ritornare a ciò che ci accomuna e creare occasioni per rafforzare l’identità e i valori comuni.

Convinta della necessità di mantenere vivo il Columbus Day, per difendere il quale, mi sono battuta costantemente durante il mio mandato parlamentare, invito gli italiani sensibili alla celebrazione della Giornata di Colombo a supportare l’iniziativa della Italian American ONE VOICE Coalition che si oppone alla risoluzione anti Colombo della National Education Association (NEA).

Il nome di Colombo è sinonimo di operosità e soprattutto di conoscenza, quella conoscenza dalla quale non possono prescindere le società moderne. Fcciamo in modo che il Giorno di Colombo resti a testimoniare che lo spirito di avventura e la sete di conoscenza possono aiutare ancora l’America ed il mondo a cercare quel “punto oltre” che porta allo sviluppo e ad un futuro migliore!

https://www.calameo.com/read/000209350de14d21a5c94

 

SOURCE: America Oggi

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