BY: Michele Crescenzo
Anni cinquanta. Il sole estivo batte sul tetto delle auto in fila, da lontano si sente lo schiamazzo dei bambini, l’ottimismo senza complicazioni delle loro voci. Don DeLillo ha vent’anni ed è seduto all’ingresso del parcheggio del luna park del Bronx. Il suo compito è quello di controllare le macchine in fila facendo un fischio in caso di problemi ma invece di lavorare sta leggendo James Joyce, poi William Faulkner, poi Flannery O’Connor e poi Ernest Hemingway.
Non aveva mai pensato di farlo prima, la sua adolescenza l’ha trascorsa giocando in strada facendo finta di essere un annunciatore di baseball alla radio. Parlava inglese e italiano contemporaneamente a causa di sua nonna, nata nel Molise, che ha vissuto in America per cinquanta anni e non ha mai imparato la lingua.
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